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Julim Barbosa racconta il suo ultimo lavoroJulim Barbosa racconta il suo ultimo lavoro

Lunedì 3 novembre 2008 - notizie

Julim Barbosa, intervistato da Paolo Jugovac, racconta il suo ultimo lavoro "Quasi unplugged 08".



      Julim Barbosa racconta il suo ultimo lavoro: Quasi unplugged 08


 


«Ah sì, ci dovevamo vedere. Ma sei già lì?». Julim Barbosa è così, sotto il cappellino alla Pino Daniele si muovono troppe idee per starci dietro senza qualche defaillance. Lo abbiamo incontrato in un pomeriggio autunnale presso gli studi del Ministero Sabaoth per farci raccontare il suo nuovo cd, Quasi unplugged 08, doppio live registrato a Chiasso il 24 maggio, presentato ufficialmente al Sabaoth Festival.


 


Julim, perché l'hai voluto chiamare Quasi unplugged?
L'album prende il titolo da un gioco di parole, nato dal fatto che l'orchestra è interamente acustica, quindi interamente unplugged, mentre io con la mia chitarra elettrica la rendo "quasi…".


 


Una particolarità di questo album è la presenza di diversi ospiti, con i quali hai duettato sul palco tra cui Nico Battaglia, che tra l'altro ti ha preceduto, lanciando a sua volta nei mesi scorsi un album registrato dal vivo.
Sapevo che Nico stava lavorando al suo album dal vivo e visto che lui ha avuto l'idea prima di me ho ritenuto giusto aspettare prima di far uscire il mio: credo molto nel rispetto. Tra l'altro Nico è anche un grande amico; con lui abbiamo realizzato lo scorso anno la tournée "Quattro mani verso il Cielo".  In merito agli ospiti, l'idea non era quella di chiamare persone conosciute tanto per dare visibilità al mio disco: non credo nell'usare le persone per rendere più importante il mio lavoro e voglio che la gente lo sappia. Queste persone, negli ultimi due anni, hanno lavorato con me a livello di amicizia, collaborazione, scambio di idee e confronto di opinioni.


 


Persone che hanno contraddistinto il tuo percorso musicale e spirituale. Un altro personaggio con cui hai suonato e cantato sul palco era Simone Giandolfi dei Worship station.
Sì, Simone è un ragazzo giovane che ho conosciuto meglio nell'ultimo anno e mezzo; lo conoscevo già, ma in questo periodo abbiamo stretto amicizia. Io credo tantissimo in lui, credo che tra qualche anno sarà un esponente dell'adorazione in Italia e ho deciso di investire in Simone e quando posso collaboro con i Worship station, perché sono ragazzi bravi, consacrati e simpatici; mi fa proprio piacere stare vicino a loro.


 


C'era anche un'altra presenza di un certo peso: Ornella Vanoni.
Sì, Ornella è stata molto gentile; tornavo da un viaggio e l'ho chiamata. Le ho detto: «Senti Ornella, devo chiederti una cosa»; lei mi ha risposto subito: «Vuoi che canti nel tuo nuovo disco?». Quando le ho chiesto come avesse indovinato, ha commentato «Sapevo che prima o poi me lo avresti chiesto». Insieme abbiamo cantato una musica di Sergio Mascheroni che si chiama "Spera nel Signore", e in verità è dedicata alla figlia di Sergio, Rebecca. Questo brano l'ho eseguito in maniera molto brasiliana, quasi jazzata, perché si adattava molto bene alla voce di Ornella. Sono onorato di aver avuto Ornella tra gli ospiti, e quasi non ci credo: lei che è chiamata "la signora della musica italiana", ha 73 anni ma sale sul palco e canta con me...


 


Si è parlato molto della sua conversione.
Posso dire che lei ha dato la sua vita a Gesù; ha percorso una strada molto difficile, perché per un'artista con una fama di questa portata, che si converte a 70 anni cambiare vita è molto più difficile rispetto a un giovane come me, che mi sono convertito a 25. Lei ha fatto una grande fatica, io l'ho vista, l'ho seguita, l'ho vista piangere, l'ho vista lavorare, l'ho vista cambiare ed è impressionante vedere quello che Dio riesce a fare nella vita di chi glielo permette.


 


Passando dal nord al sud: sul palco con te c'era anche Corrado Salmé, siciliano, molto noto per il suo impegno come compositore e worship leader.
Corrado è un personaggio; secondo me è il miglior worship leader che questa nazione abbia mai visto in tutta la sua storia. Lo dico proprio così, in maniera forte, perché Corrado è stato una scuola, un amico e una persona che ha creduto molto in me; mi ha spinto molto avanti e ha vissuto tante cose belle e brutte in Italia, ma ha anche fatto adorare tutto il Paese e quindi rispetto molto il suo ministero e la sua storia.


 


Tra i 19 brani di questo album ci sono diversi inediti, più della metà. Uno degli inediti presenti nel doppio cd ha una storia particolare: si intitola "Come un bambino".
Ero a Gerusalemme, e nello spiazzo antistante il Muro del pianto ho visto un bambino in mezzo a una gran folla. L'adulto che era con lui gli diceva di aspettarlo lì, nella piazza, perché si doveva allontanare per qualche istante. Mentre osservavo la scena, mi sono ricordato che mio padre, quando avevo 8 anni, mi ha dimenticato sull'autobus. Guardando quel bambino ho ricordato l'assenza di mio padre: è come se tutta la sicurezza svanisse, non hai più niente. È quello che succede a me oggi, al pensiero di non avere più Dio nella mia vita.


 


La versione integrale dell'intervista in formato audio è disponibile su www.crc.fm.

 

 

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